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| “ | Considerati onorato, Percy Jackson. Il Divino Zeus mi concede raramente di mettere alla prova un eroe con la mia progenie. Poiché io sono la Madre dei Mostri, la terribile Echidna! | ” |
–Echidna a Percy Jackson, in Il ladro di fulmini | ||
Echidna è la figlia di Forco e Cheto ed è considerata la madre di tutti i mostri della mitologia greca. Tifone è suo marito.
Storia[]
Esiodo descrisse Echidna come un mostro femmina generato in una grotta, che generò, con il suo compagno Tifone, quasi tutti i mostri orribili maggiori e minori dei miti greci. Echidna era solitamente considerata una discendente di Tartaro e Gea, o di Ceto e Forco (secondo Esiodo) o di Crisaore e della naiade Callirhoe, o Peiras e Stige (secondo Pausania, che non sapeva chi fosse Peiras a parte suo padre). Echidna era una "dracenae", con il volto e il torso di una bella donna (raffigurata come alata nelle pitture vascolari arcaiche) e il corpo di un serpente, a volte con due code. Viene descritta anche quando Karl Kerenyi notò un dipinto su vaso arcaico con una coppia di echidna che eseguivano riti sacri in una vigna, mentre sul lato opposto della nave, le capre attaccavano le viti: così le echidne ctonie sono presentate come protettrici del vigneto.
Quando lei e il suo compagno attaccarono gli Olimpici, Zeus li respinse e punì Tifone rinchiudendolo sotto il Monte Etna. Tuttavia, Zeus permise a Echidna e ai suoi figli di vivere come una sfida per i futuri eroi. Era una ninfa immortale e senza età per Esiodo (Teogonia sopra), ma fu uccisa dove dormiva da Argo, il gigante dai cento occhi.